Santuario dei Grandi Déi

Una delle più importanti attrattive dell’isola di Samotracia, abitata nei tempi dell’antichità da immigranti provenienti dalla Tracia, è i il Santuario dei Grandi Déi, fulcro della vita religiosa delle antiche Eolia, Tracia e Macedonia.

Situato sulle ripide pendici che sovrastano Paleopoli, il santuario era dedicato ai Cabiri, misteriose divinità sotterranee venerate per oltre un millennio, e usato per le cerimonie iniziatiche.

La sua collocazione, nel misterioso e suggestivo contesto sulla vetta nord-orientale del monte Fengari, sembra di essere stata scelta per incutere timore. Oggi, anche se abbandonata e coperta da una fitta vegetazione, continua a suscitare una certa impressine.

Il santuario originale fu ampliato dai discendenti di Alessandro, i resti ancora visibili risalgono infatti a quel periodo. Durante i lavori di ricupero condotti sul posto nel 1863 da Champoiseau, console di Francia ad Andrianopoli, è stata rinvenuta la celebre Nike di Samotracia, statua di grande pregio del periodo ellenistico (III sec. a.C.), custodito al Museo del Louvre di Parigi.

Il culto di inizializzazione aveva due fasi: la prima, svoltasi nel santuario di Anaktoron e chiamato myesis, prevedeva un primo contatto con i kabiroi, stabilito da fedeli già battezzati. Durante la seconda fase, il hieron, aveva luogo l’epopteia che comprendeva la confessione, l’assoluzione e il battesimo con il sangue di un toro sacrificato.

Costruzioni simili ritroviamo anche sulle isole di Limnos e Tenedos, nessuno di loro aveva però la stessa importanza, né osservava gli stessi riti del Santuario dei Grandi Dei a Samotracia.