Eubea

La regione di Eubea è un’isola collegata alla terraferma tramite un ponte e, forse per questo, è meno conosciuta dai turisti stranieri, che nelle offerte di viaggio spesso la trovano come parte del continente greco.

Per ampiezza la seconda isola greca dopo Creta, rimasta incontaminata dal turismo di massa, il suo ambiente naturale e il suo passato agitato ne fanno un microcosmo della Grecia.

La carenza delle spiagge allontana ulteriormente i visitatori, che preferiscono dirigersi verso sud, alla scoperta delle isole greche più famose.

La sua struttura assomiglia a Creta. E' lunga 175 km ed è stretta, sviluppata intorno ad una catena montuosa che culmina con il Monte Dirfis, di cui cima si innalza a 1743 metri sul livello del mare. Ha una terra molto fertile, ricca di boschi, uliveti e viti, con ampi terreni di pascolo, fonte del nome dell’isola, che in greco significa “ricca di bestiame”.

Malgrado la sua ampia superficie, l’isola di Eubea ha pochi siti archeologici da visitare, l’unico rinomato è l’antica Eretria.

Eretira

Se le località storiche sono poche, le fortezze franche e bizantine cospargono in gran numero il suo territorio. La storia dell’Eubea ha numerosi riferimenti nella mitologia greca, la quale asserisce la nascita dell’isola al colpo del tridente di Posseidone, che creò il canale che la separa dalla terraferma.

Dal giogo macedone nel 338 a.c. all'occupazione turca fino al 1833, l'isola ha conosciuto numerose invasioni. Durante i tempi è stata abitata da quasi tutti i popoli che passarono per questa terra, dai Macedoni ai Romani, Franchi, Bizantini, Veneziani e, infine, i Turchi, i quali restituirono l’isola alla Grecia nel 1830. Le varie culture hanno tutte lasciato qui il loro segno, ma oggi, nonostante il turismo di massa che ha invaso la maggior parte delle destinazioni di vacanza in Grecia, l’impatto dei visitatori dell’isola di Eubea è ancora contenuto.